Sala Teatro Ichos
Stagione teatrale sala ichòs 2012/13
Aprile 2013
da giovedì 11 a domenica 14
da venerdì 19 a domenica 21
Ichòs Zoe Teatropresenta
“mio corpo: mia dimora mio letto d’ospedale mia bara”
testo e regia Salvatore Mattiello
con Antonella Abys, Rosalia Cuciniello, Giorgia Dell'Aversano, Fabio Formisano, Francesco De Gennaro, Fabio Formisano, Giuseppe Giannelli, Rossella Sabatini, Simone Sannino
scene e costumi: Ciro Di Matteo, Gino Protano, Peppe Zinno
disegno luci: Ciro Di Matteo,Salvatore Mattiello, Gino Protano
musiche originali: Gino Protano
Più di tutto credo che questo lavoro sia un tributo alla Letteratura la quale è per definizione abbastanza condivisa la messa in scena della lingua.
La Letteratura dice ciò che da sola la lingua non potrebbe e saprebbe dire.
Detto più crudamente la lingua è la materia prima e grezza della Letteratura.
E il Teatro che cosa mette in scena? e più complicato ancora, che cosa deve mettere in scena quando intrattiene rapporti così profondi con la Letteratura?
La risposta è inequivocabile: non certo e non solo la lingua e non certo e non solo la Letteratura!
E quale è la materia prima e grezza del Teatro?
Anche qui la risposta è netta e inequivocabile: l’attore!
Lingua e attore quindi due materie prime e grezze di due arti distinte e differenti.
Ma mentre la lingua rimane a fare il suo lavoro anche fuori della scena, cosa rimane invece dell’attore quando non è in scena?
Ancora una risposta inequivocabile e netta: l’uomo che è! la materia umana che è!
Dunque l’attore è di fatto una doppia materia: umana per la vita e grezza per il Teatro.
La domanda ora è: come può l’attore e la materia che è, aspirare all’arte?
Come può egli fare di se stesso un artista?
E infine quale sarebbe la sua arte?
Recitare? interpretare? fingere? dissimulare? comunque la si dica quest’arte sembra portare in sé indelebile una connotazione negativa.
E se invece provasse a dire la verità? o meglio una verità?
Sì, ma quale verità? la sua? e a chi interessa? (la sua verità è fuori della scena ed è già troppa); quella dell’autore del testo? (ma già dovrebbe averla scritta lui); quella del regista? (c’è ne già tanta in giro di verità di regia ed è quasi sempre uguale a se stessa … )
E allora, di volta in volta l’attore si accolli la responsabilità di assumere su di sé tutta la verità del Teatro: di esserne la sintesi.
Cosicché la duplice maledizione di essere al contempo la forma e la materia prima e grezza di un’ arte minore, divenga presupposto e punto di partenza per arrivare a raccontare una verità preziosa quale è e quale deve essere la verità dell’arte del Teatro.
Se così non fosse Attore non sarebbe anagramma di Teatro!
E questa è una cosa che la Lingua stessa dice e nessuna Letteratura potrebbe e saprebbe dire meglio!
Un doppio riscatto quindi della Lingua e dell’Attore. vale a dire della Materia. ovvero della Carne.
S.Mattiello
info: Ichòs Zoe Teatro 3357652524