Disegnati essenzialmente da donne, che procedono lungo territori accidentati e pericolosi. a rimarcare posizioni, delusioni, illusioni, inganni, disincanti, declinabili sempre verso facili strumentalizzazioni. che riaprono, forse fuori tempo massimo, antiche questioni e vecchie ferite che farebbero meglio a rimarginarsi.
“Cafone”
di Antonella Cilento – a cura di Gea Martire da giovedì 8 a domenica 11 novembre 2012“W l’Italia.it… noi non sapevamo”
di Egidia Bruno – Marie Belotti da venerdì 21 a domenica 23 dicembre 2012“Ferdinando”
di Annibale Ruccello – regia Salvatore Mattiello da venerdì 11 a domenica 13 gennaio 2013Tre diverse narrazioni con uno sfondo comune.
Tre diversi punti di osservazione dello stesso periodo storico narrati dal Sud e narrati da protagoniste donne, ognuna con la responsabilità di ciò che rappresenta.
Filomena Pennacchio, brigantessa sannita, che nella pièce “Cafone”, riassume in sé l’ineluttabile destino del popolo meridionale e di ciò che è significato in particolare essere donna, allora come ora.
La protagonista, voce narrante, di “W l’Italia.it … Noi non lo sapevamo”, fa luce sugli errori e su quelle recondite responsabilità che hanno contribuito a determinare una situazione al meridione non superata, con la consapevolezza che «solo prendendosi cura di tutte le sue parti un Paese può costruire il suo sviluppo e credere nel suo futuro».
Donna Clotilde Lucanigro, con il suo profondo sdegno per l’affermazione di una cultura, di una società, di una lingua “senza sapore … senza storia” all’indomani dell’Unità d’italia, si erge a paladina di una lingua che «superata dalla realtà delle cose» corre il rischio di morire, specie se «non c’è più una letteratura che gioca con essa».
Tre diversi e fieri sguardi per ciò che si è, ma che trasmettono l’amarezza per ciò che ancora oggi non si ha, per essere fino in fondo ciò che si è!