Sala Teatro Ichos
2017/18
da venerdì 9 a domenica 11 Febbraio 2018
Otello alzati e camminadi e con Gaetano Ventriglia
Quando un ideale vacilla è già crollato.
A me interessa la tragicomica di Otello. Iago non è interessante, lui fa il lavoro che fa il mondo. Iago, con Amleto, avrebbe fatto una brutta fine.
Il mio Iago dice: io sono l’azzeratore, io posso cambiare nome alle cose, ma allora tutto ricomincia da capo, tutto ricomincia da zero. Dimmi la tabellina dello zero. Zero per zero uguale zero. Bravo! Esatto. Hai visto? Inizio della storia, fine della storia.
E io penso, senza dirlo: grazie al cazzo.
Una tempesta, un’isola.
Una tempesta porta Otello a Cipro per combattere i turchi. Ma i turchi sono tutti affogati prima ancora di arrivare. A Otello, adesso, tocca vivere. Mannaggia. Come fare? Se c’è una possibilità, la buttiamo via. Peccato.
O forse…
(a bordo, a bordo…
angeli!)
[…] Sotto i pini del castello Pasquini di Castiglioncello si poteva incontrare, ad esempio, la sagoma allampanata di Gaetano Ventriglia, un volto ascetico attraversato da lampi di mansueta follia iconoclasta, alle prese con la sua seconda lettura shakesperiana. Per resuscitare dalla routine Otello («Otello alzati e cammina») gli basta guardare il mare vicino attraverso il binocolo formato dalle mani, ordinare «buio» e «luce», trasformare la tragedia in una sorta di flusso di coscienza, di paranoia solitaria in cerca forse di un lieto fine.
Nico Garrone - La Repubblica 14/07/08