Sala Teatro Ichos
Stagione teatrale 2017/18
Sala Ichòs presenta ANTIGONE
da venerdì 21 a sabato 22 Marzo 2018
Una produzione Ichòs Zoe Teatro
Regia di Salvatore Mattiello
Progetto Musicale Orginale e Suoni a cura di LA-NU, Claudio Marino e Gino Protano
Con Giorgia Dell'Aversano, Pietro Juliano, Rossella Sabatini, Ivano Salipante
Costumi di Roberta Sorabella
disegno luci collettivo ichos
Con Antigone, Ichòs Zoe Teatro continua un discorso intorno al Segno del Mito, iniziato nel 2016/2017 con Medea e “La sposa sola”. Proseguendo il nostro viaggio nel mondo del Tragico Greco, incontriamo Antigone, la giovane ribelle condannata a morte per aver disobbedito a un editto del re. Davanti al suo gesto, il gesto di chi sa portare fino alle estreme conseguenze le Verità in cui crede e a cui si affida con inesorabile ostinazione, monterà lo scontro con il potere (Creonte). Nell' indagare il più possibile le ragioni di Antigone, e quelle degli "Altri" della tragedia a lei più prossimi, la nostra messa in scena va pensata come il tentativo costante di “interrogare le ragioni del Mito”. La “tenuta tragica” del gesto compiuto da Antigone diventa il tema centrale intorno al quale monteranno gli interrogativi e le riflessioni degli attori in scena: Quale Antigone è ancora possibile oggi, in questo nostro tempo? Quello in cui viviamo adesso? E nel quale, a noi sembra veramente difficile trovarle degli interlocutori e dei riferimenti per i quali la sua vicenda possa ancora una volta valere la pena di essere rappresentata? La costruzione sulla scena sottopone Antigone alla “prova del tempo”, e tutto il lavoro di scrittura procede attraverso un complesso meccanismo di relazioni e sottrazioni: “il Tragico Greco entra costantemente in relazione con un luogo del tempo a noi più vicino, e da questo momento in poi la messa in scena procede come se ad Antigone venisse a mancare il terreno sotto i piedi, come se il Mito non fosse più in grado di restituirci ragioni forti per le quali un gesto di opposizione e resistenza al potere oggi abbia ancora senso. Così, davanti al corpo malamente sepolto di un giovane uomo ritrovato nei pressi di una Scuola di San Giovanni con la bocca incerottata, l’attrice che vorrebbe interpretare Antigone pone le sue domande: Come ti chiamavi? Perché sei morto? Per cosa? Quale guerra hai combattuto? Quale governo governa la tua città? La tua Polis? Avevi un fratello un padre/fratello una madre/nonna due sorelle? Io vorrei essere tua sorella! Tua sorella Antigone! Ma quale Antigone è possibile oggi in questo nostro tempo?
Note di Regia
Il Coro della Antigone di Sofocle dice:
Molte Meraviglie vi sono al mondo
Nessuna è pari all'uomo.
I Vecchi della Antigone di Brecht:
Tra quante cose esistono Terribili
Nessuna è più terribile dell'uomo.
In e per sintesi provo a dire la mia:
Tra le cose che esistono al mondo
L' uomo è la sola Smisurata.
Terribilmente e Meravigliosamente.
Terribilmente Uomo.
Meravigliosamente Umano.
Poi ci sono Altre Antigone lette e indagate.
Tra queste quella di Anouilh.
Di questa ho ricalcato dei segmenti.
Non tanti in verità.
Ma abbastanza da non potermi e volermi io attribuire il testo della nostra Antigone.
Questa mancanza di attribuzione
persino nostra a noi stessi del nostro
Teatro ne è ancora oggi la vera cifra.