Sala Teatro Ichos
2017/18
LE IDI DI GIULIA - MARZO 2018 (residenza teatrale di Giulia Lombezzi)
da venerdì 9 a domenica 11 Marzo 2018
Compagnia Focus 2La durata dell’inverno
regia e drammaturgia Giulia Lombezzi
con Eleonora Gusmano e Ania Rizzi Bogdan
scene Francesco Prudente
La durata dell'inverno
Un inverno particolarmente freddo, di quelli che non finiscono mai. Una non precisata città del nord Italia. Un quartiere di periferia pieno di piccoli negozi con luci al neon, popolato di nebbia ed eccentrici vecchi signori.
Una stanza crivellata di spifferi, una stufa elettrica che non scalda abbastanza. Due donne, Tea e Anda, che si trovano a conviverci loro malgrado, lavorando al piano di sopra come prostitute.
Il freddo sale dal pavimento, si mangia le ossa, rinchiude il cervello.
La pelle sempre più intrisa dei desideri e degli odori degli altri, di quei clienti il cui tragicomico universo si imprime suo malgrado sui corpi e sull'anima delle due donne.
La distanza fra Anda e Tea pare immensa, ma la camera troppo piccola per tenere separati a lungo i loro mondi, fatti di fantasmi, speranze e superstizioni.
L'inverno si rivela troppo lungo per essere affrontato da sole. Ci siamo chieste, scrivendo questa storia, come si forma quell'istante tra gli esseri umani in cui l'indifferenza reciproca si tramuta in empatia.
Alcune prostitute descrivono il loro lavoro come una "camera di compensazione" dove chiudono la testa per il tempo della prestazione, per essere fuori da sè.
Noi abbiamo cercato di raccontare cosa succede dentro e fuori da questa camera di compensazione.
"La durata dell'inverno" racconta il contraddittorio e disincantato cammino di un'amicizia, dei muri che questa può riuscire a sgretolare e dell'eredità
che ogni legame inevitabilmente lascia dentro di noi.
note di regia
Ho strutturato la regia di questa storia immaginando di andare a guardare dentro la finestra di Anda e Tea circa una volta al mese.
I quadri che si vedono sono ritagli di tempo nella vita delle protagoniste, dove la percezione dello spazio evolve di pari passo con lÕevoluzione del legame fra le due.
Con la scenografia di Michele Tiberio abbiamo raccontato come a mano a mano che la vicinanza fra le due si accorcia, lo spazio si allarga, perchè il mondo che hanno in comune cresce e si articola
sempre di più,e un luogo che inizialmente era troppo stretto diventa un rifugio sicuro dove ogni cosa sembra finalmente al proprio posto e ognuna ha la libertà di esprimere il proprio universo
contaminandolo con quello dell'altra.
Una serie di gesti reiterati, come lavarsi, truccarsi, vestirsi, struccarsi, lavarsi ancora, scandiscono giorni tutti uguali dove i due personaggi si svelano sempre di più a sè stessi e al pubblico.
Nella monotonia che avvolge il loro lavoro, la variante che si viene a inserire una confidenza sempre maggiore, che le porta ad altre azioni, come ballare, ridere insieme, farsi forza, lavarsi a vicenda
per togliersi dalla pelle i clienti e scaldare via l'inverno che sembra non finire mai.
Una serie di effetti sonori raccontano il freddo che assedia le giornate e che torna sempre a manifestarsi, portando le protagoniste prima che psicologicamente, fisiologicamente a farsi più
vicine, come animali in letargo, come se la primavera fosse sempre altrove.